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| Toynbee "Cancellieri" |
Villani gives the following account of the Cancellieri family and of the origin of the feud:
In questi tempi (1300) essendo la città di Pistoia in felice e grande e buono stato secondo il suo essere, e intra gli altri cittadini v'avea uno lignaggio di nobili e possenti che si chiamavano i Cancellieri, non però di grande antichità, nati d'uno ser Cancelliere, il quale fu mercatante e guadagnò moneta assai, e di due mogli ebbe più figliuoli, i quali per la loro ricchezza tutti furono cavalieri, e uomini di valore e dabbene, e di loro nacquero molti figliuoli e nipoti, sicchè in questo tempo erano più di cento uomini d'arme, ricchi e possenti e di grande affare, sicchè non solamente i maggiori di Pistoia, ma de' più possenti legnaggi di Toscana. Nacque tra loro per la soperchia grassezza, e per sussidio del diavolo, sdegno e nimistà tra 'l lato di quelli ch'erano nati d'una donna a quelli dell'altra; e l'una parte si puose nome i Cancellieri neri, e l'altra i bianchi; e crebbe tanto che si fedirono insieme, non però di cosa inorma. E fedito uno di que' del lato de' Cancellieri bianchi, que' del lato de' Cancellieri neri per avere pace e concordia con loro, mandarono quegli ch'avea fatta l'offesa alla misericordia di coloro che l'aveano ricevuta, che ne prendessono l'ammenda e vendetta a loro volontà; i quali del lato de' Cancellieri bianchi ingrati e superbi, non avendo in loro pietà nè carità, la mano dal braccio tagliaro in su una mangiatoia a quegli ch'era venuto alla misericordia. Per lo quale cominciamento e peccato, non solamente si divise la casa de' Cancellieri ma più micidii ne nacquero tra loro, e tutta la città li Pistoia se ne divise, che l'uno tenea coll'una parte, e l'altro coll'altra e chiamavansi parte bianca e nera, dimenticata tra loro parte guelfa e ghibellina: e più battaglie cittadine, con molti pericoli e micidii, ne nacquero e furono in Pistoia; e non solamente in Pistoia, ma poi la città di Firenze e tutta Italia contaminaro le dette parti. ({Villani. viii. 38}.)
The subjoined narrative is from the Storie Pistoresi, and is presumably the most authentic. It is noteworthy that neither in this account, nor in that of Villani given above, is there any mention of Focaccia, the hero of the story as told by Benvenuto da Imola [Bianchi]. He is, however, the chief actor in another disturbance which took place later in the same year, and which, according to the Pistoian chronicle, was the particular occurrence which led to the intervention of the Florentines, and to the subsequent introduction into Florence itself of the Bianchi and Neri feud. It is possible, therefore, that D.'s reference ([Inf. xxxii. 63]) may be to this latter incident, and not to the original quarrel between the two parties, as is generally supposed [Focaccia].
[Nel 1300] la ditta città avea assai nobili e possenti cittadini: in fra' quali era una schiatta di nobili e possenti cittadini e gentili uomini, li quali si chiamavano Canciglieri; e avea quella schiatta in quel tempo diciotto cavalieri a speroni d'oro, et erano sì grandi e di tanta potenza che tutti li altri grandi soprastavano e batteano, e per loro grandigia e ricchezza montarono in tanta superbia che no era nessuno sì grande nè in città nè in contado che non tenessono al disotto. Molto villaneggiavano ogni persona, e molte sozze e rigide cose faceano, e molti ne faceano uccidere e fedire, e per tema di loro nessuno ardia a lamentarsi.
Seguitoe che certi giovani, tutti di ditta casa ma' quali per adventura facevano duoi rami poi che l'uno delli Amadori l'altro de' Rinieri si diceva, essendo a una cella ove si vendea vino, e avendo beuto di soperchio, nacque scandalo in tra loro giocando: onde vennero a parole, e percossonsi insieme, sì che quello de' Ranieri soprasteo a quello delli Amadori: lo quale avea nome Dore di messer Guiglielmo, uno de' maggiori del suo lato; e quello che lo ingiuriò avea nome Carlino di messer Gualfredi, pure de' maggiori del suo lato. Onde vedendosi Dore esser battuto e oltraggiato e vitoperato dal consorto suo, e non potendosi quivi vendicare pero che erano più fratelli a darli, partissi, e propuosesi di volersi vendicare: e quello medesimo dì, cioè la sera a tardi, stando Dore in posta, uno de' fratelli del ditto Carlino che avea offeso lui, che avea nome messer Vanni di messer Gualfredi ed era giudice, passando a cavallo in quel luogo dove Dore stava in posta, Dore lo chiamò; ed elli non sapendo quello che 'l fratello li avea fatto, andò a lui; e volendoli Dore dare d'una spada in su la testa, messer Vanni per riparare lo colpo parò la mano; onde Dore menando gli tagliò il volto e la mano per modo che non ve li romase altro che 'l dito grosso; di che messer Vanni si partio, e andonne a casa sua. E quando lo padre e' fratelli e li altri consorti lo videro così ferito, n'ebbono grande dolore; però ch'elli era, come detto è, de' migliori del lato suo, e anco perchè colui che l'avea ferito era quello medesimo in tra quelli del suo lato: di che tutti li amici e parenti loro ne presono gran dolore e ne furono forte mal contenti.
Lo padre di messer Vanni e' fratelli pensarono farne vendetta e uccidere Dore e 'l padre e' fratelli e' consorti di quello lato. Ellino erano molto grandi e molto imparentati; e coloro li temeano assai, e tanta paura aveano di loro, che per temenza no usciano di casa. Onde vedendo il padre e' fratelli e' consorti di Dore che li convenia così stare in casa, credendo uscire della briga, diliberarono di mettere Dore nelle mani del padre e de' fratelli di messer Vanni, che ne facessono loro piacere, credendo che con discrezione lo trattassono come fratello; e dopo questa deliberazione ordinarono tanto che feciono pigliare Dore, e così preso lo mandorono a casa di messer Gualfredi e de' fratelli di messer Vanni e miserlo loro in mano. Costoro come spietati e crudeli no riguardando alla benignità di coloro che li li aveano mandato, lo missono in una stalla di cavalli, e quivi uno de' fratelli di messer Vanni li tagliò quella mano con la quale elli avea tagliato quella di messer Vanni, e diedeli uno colpo nel viso in quello medesimo lato dove elli avea ferito messer Vanni: e così ferito e dimozzicato lo rimandarono a casa del padre. Quando lo padre e' fratelli e' consorti del lato suo e altri suoi parenti lo vidoro così concio, furono troppo dolenti: e questo fue tenuto per ogni persona troppo rigida e crudele cosa, a mettere mano nel sangue loro medesimo, e spezialmente avendolo loro mandato alla misericordia.
Questo fue lo cominciamento della divisione della città e contado di Pistoia: onde seguirono uccisioni d'uomini, arsioni di case di castella e di ville, e cominciossi a chiamare Parte bianca e Parte nera.
La guerra si cominciò aspra in tra quelli della casa de' Canciglieri della parte nera e quelli della ditta casa della parte bianca, e disfidaronsi insieme, e tanto multiplicò la guerra, che no rimase in Pistoia nè nel contado persona che non tenesse o con l'una parte o con l'altra; e spesso per questa cagione combattea l'uno vicino con l'altro in città et in contado. [S. A. Barbi ed., Storie Pistoresi (Città di Castello, 1927), pp. 3-6.]
In the Pecorone of Giovanni Fiorentino a girl is said to have been the cause of the quarrel:
Per una fantesca che era assai bella e gratiosa nacque fra loro una
maladetta divisione di parole e di alcuna ferita, di che sendosi
divisi in due parti, l'una si chiamava Cancellieri Bianchi, ciò è
quegli che discesero dalla prima moglie, et altri si
chiamarono Cancellieri Neri, e questi discesero dalla
seconda.
(Giorn. xiii. Nov. I.)
[See I. Del Lungo, I Bianchi e i Neri (Milano,
1921), pp. 150-153.]