Rime (XXIX)

XXIX 
  GUIDO CAVALCANTI A DANTE. 
   
  I' vegno il giorno a te infinite volte 
   e trovote pensar troppo vilmente: 
   molto mi dol de la gentil tua mente 
   e d'assai tue vertù che ti son tolte. 
   Solevanti spiacer persone molte, 
   tuttor fuggivi l'annoiosa gente; 
   di me parlavi sì coralemente, 
   che tutte le tue rime avie ricolte. 
  Or non ardisco per la vil tua vita 
   far mostramento che tuo dir mi piaccia, 
   né in guisa vegno a te che tu mi veggi. 
   Se 'l presente sonetto spesso leggi, 
   lo spirito noioso che t'incaccia 
   si partirà da l'anima invilita. 
   
   
  
[XXIX GUIDO CAVALCANTI TO DANTE]