Rime (XV)

XV 
  RISPOSTA D'ANONIMO ALLA CANZONE XIV 
  IN NOME DELLE DONNE E DELLA CANZONE 
   
  Ben aggia l'amoroso e dolce core 
    che vol noi donne di tanto servire, 
    che sua dolze ragion ne face audire, 
    la quale è piena di piacer piagente; 
    che ben è stato bon conoscidore, 
    poi quella dov'è fermo lo disire 
    nostro per donna volerla seguire, 
    perché di noi ciascuna fa saccente, 
    ha conosciuta sì perfettamente 
    e 'nclinatosi a lei col core umile; 
    sì che di noi catuna il dritto istile 
    terrà, pregando ognora dolzemente 
    lei cui s'è dato, quando fia con noi, 
    ch'abbia merzè di lui ce gli atti suoi. 
  Ahi Deo, com'have avanzato 'l su' detto 
    partendolo da noi in alta sede! 
    e com'have 'n sua laude dolce fede, 
    che ben ha cominzato e meglio prende! 
    Torto seria tal omo esser distretto 
    o malmenato di quella al cui pede 
    istà inclina, e sì perfetto crede, 
    dicendo sì pietoso, e non contende, 
    ma dolci motti parla, sì ch'accende 
    li cori d'amor tutti e dolci face; 
    sì che di noi nessuna donna tace, 
    ma prega Amor che quella a, cui s'arrende 
    sia a lui umiliata in tutti lati 
    dov'udirà li suoi sospir gittati. 
  Per la vertù che parla, dritto ostelo 
    conoscer può ciascun ch'è di piacere, 
    ché 'n tutto vol quella laude compiere 
    c'ha cominzata per sua cortesia; 
    ch'unqua vista né voce sott'un velo 
    sì vertudiosa come 'l suo cherere 
    non fu ned è, per che de' om tenere 
    per nobil cosa ciò che dir disia: 
    ché conosciuta egli ha la dritta via, 
    sì che le sue parole son compiute. 
    Noi donne sem di ciò in accordo essute, 
    che di piacer la nostra donna tria; 
    e sì l'avem per tale innamorato, 
    ch'Amor preghiam per lui in ciascun lato.