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LV GUIDO CAVALCANTI A DANTE. Dante, un sospiro messaggier del core subitamente m'assalì in dormendo, e io mi disvegliai allor temendo ched e' non fosse in compagnia d'Amore. Poi mi girai, e vidi il servitore di monna Lagia, che venia dicendo: «Aiutami, Pietà!» ; sì che piangendo i' presi di Merzé tanto valore, ch' i' giunsi Amore, ch'affilava i dardi. Allor lo domandai del suo tormento; ed elli mi rispuose in questa guisa: «Dì al servente che la donna è prisa, e tengola per far suo piacimento; e se nol crede, dì ch'a li occhi guardi». |